Osservatorio Nazionale Tutela del Mare, le Prospettive nella Liguria di Ponente
Il mare, l’economia ad esso legata, la tutela dell’ecosistema marino, lo sviluppo delle aree protette. Sono molte le tematiche che legano la Liguria, e in particolare l’estremo ponente Ligure, alla Costa Azzurra e al vicino Principato di Monaco.
Intenti che anche l’Osservatorio Nazionale Tutela del Mare, Ontm, organismo italiano nato nel 2021, si prefigge di sviluppare. L’obiettivo principale dell’Ontm, ente del Terzo Settore, è infatti “la divulgazione della cultura del rispetto ambientale e della conservazione del territorio, con particolare riferimento all’ambiente marino e a tutto l’ecosistema che lo circonda”.
Una tematica al centro di un recente incontro che si è svolto allo Yacht Club del porto turistico Marina degli Aregai a Santo Stefano al Mare in provincia di Imperia, dal titolo “Una nuova sinergia per la Riviera dei Fiori: tutela e valorizzazione della Riviera dei Fiori al centro dell’accordo siglato tra l’Osservatorio Nazionale Tutela del mare e il Gruppo Cozzi Parodi”. A sviluppare l’importante argomento, in presenza anche di autorità locali, Roberto Minerdo, presidente nazionale Ontm, Federico Ottavio Pescetto, segretario generale; Beatrice Cozzi Parodi del Gruppo Cozzi Parodi e Sergio Scibilia coordinatore Liguria di Ponente, Provenza, Principato di Monaco dell’Osservatorio Nazionale Tutela del Mare.
“La nostra è una realtà transfrontaliera – spiega Sergio Scibilia – quindi con un valore aggiunto rispetto ad altri territori. Il mare ci unisce e ci dà la possibilità di sviluppi in ambito ambientale, tecnologico e turistico. Il santuario Pelagos (zona marina di oltre 87mila km² che nasce da un accordo tra Italia, Principato di Monaco e Francia per la protezione dei mammiferi marini n.d.r.), le aree protette marine esistenti o in corso di sviluppo, tra cui l’Area Protetta di Mortola, ci dicono quanto siano sempre maggiormente sentiti i valori ambientali e ci dimostrano inoltre che se abbiamo la possibilità di realizzare queste aree vuole dire che abbiamo un buono stato di salute del mare. Un mare che comunque deve essere fruito, deve essere a disposizione delle persone, non un museo”.
Ma quanto, a fronte di questa necessità di rispetto e valorizzazione, sono mutate le abitudini delle persone? “Sono notevolmente mutate in questi anni – spiega ancora Scibilia – anche a seguito del Covid che ci ha dato una scossa facendoci comprendere l’importanza della natura e della sua salvaguardia. Sono cambiate d’altronde anche la vita e le abitudini in mare. Oggi possiamo contare su barche attrezzate per rispettare i valori ecologici come la riduzione della plastica, l’uso di materiali riciclabili, i pannelli solari eccetera”.
FONTE: Monaco Italia Magazine