COP26: la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2021

Dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 si è tenuta la tanto attesa Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota anche come COP26.

La 26° Conferenza delle Parti, convocata per ridiscutere e rendere più ambizioso l’Accordo di Parigi (redatto nel 2015 durante la COP21), ha visto la partecipazione di più di 197 paesi, uniti tutti nell’intento di trovare un accordo comune per limitare il riscaldamento globale dovuto ai cambiamenti climatici.

Il “Patto per il clima di Glasgow” è il primo testo in assoluto a porre l’attenzione sul tema del carbone, ad oggi responsabile da solo per più del 40% delle emissioni di CO2 annuali. Inizialmente il testo prevedeva che gli Stati coinvolti eliminassero interamente l’uso di questo e di altri combustibili fossili, ma Cina e India, primo e secondo paese al mondo per suo consumo, si sono opposti costringendo una revisione di alcuni punti del testo e ponendo l’attenzione sulle problematiche a cui i paesi in via di sviluppo andrebbero incontro in caso di una repentina conversione energetica.

I punti definitivamente redatti e approvati nel “Patto per il clima di Glasgow” vedono l’impegno di più di 140 paesi ad arrivare ad emissioni zero nei prossimi decenni limitando l’uso del carbone e accelerando la transizione all’energia pulita, spingendo così la stessa India a promettere di trarre metà del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. I paesi firmatari dell’Unione Europea, si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 45% entro il 2030 e a portarle a zero entro il 2050. Anche alcune case automobilistiche, come Mercedes- Benz, Ford, Volvo, GM. BYD, Jaguar, Land Rover si sono impegnate ad accelerare la transizione verso i veicoli a zero emissioni ponendosi come obiettivo il 2040.

Vista l’importanza degli impegni sottoscritti non sono mancate le reazioni provenienti da ogni parte del Mondo. Molto critiche le parole del celebre naturalista novantacinquenne David Attenborough che ha spronato i leader mondiali a fare della lotta ai cambiamenti climatici “Un’opportunità per creare un mondo più equo”. Anche Patricia Espinosa, segreteria esecutiva della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, si dichiara non soddisfatta del cambio di terminologia dell’ultimo minuto voluto da India e Cina affermando che, pur comprendendo le loro perplessità, avrebbe preferito una dichiarazione molto più chiara e precisa sulla graduale eliminazione del carbone e sui sussidi per i combustibili fossili. Ancora meno diplomatica è stata l’attivista svedese Greta Thunberg che dichiara: “Ci sono tanti piccoli passi in avanti ma il documento può essere interpretato in tanti modi.[…] Sono stati ancora più vaghi del solito”.

Per la prima volta invece il mondo della finanza e degli investitori si impegna formalmente a fare la propria parte con un accordo scritto, al fine di mobilitare i flussi finanziari pubblici e privati nella lotta al cambiamento climatico. A fare da capofila è la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), coalizione composta da oltre 450 banche, assicuratori e gestori patrimoniali in rappresentanza di 45 Paesi, che ha annunciato impegni per 130mila miliardi di dollari al fine di aiutare le economie ad arrivare a emissioni zero nei prossimi tre decenni.

Come Osservatorio non possiamo che guardare con attenzione questo tema. Sicuramente c’è ancora molta strada da fare ma le basi per una nuova sostenibilità sembrano essere stilate.

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Barbara Marozzi

Pubbliche Relazioni e Ufficio Stampa

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